martedì 22 dicembre 2015

Pasolini, la censura, il potere

Pasolini, la censura, il potere

Lunedì 14 dicembre 2015 - ore 17 Sala Convegni Centro Italiano di Documentazione sulla Cooperazione e l’Economia Sociale g.c. Via Mentana 2, Bologna
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Nel quarantennale della scomparsa, anche la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna rende omaggio alla figura di Pier Paolo Pasolini partecipando alla rassegna Più moderno di ogni moderno. Pasolini a Bologna promossa dal Comune di Bologna e dalla Cineteca di Bologna  con l’incontro Pasolini, la censura, il potere in collaborazione con la Scuola di Lettere e Beni culturali dell’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna.
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Partecipano:
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Marco Antonio Bazzocchi, Università di Bologna
Antonio Gnoli, La Repubblica
Roberto Chiesi, Centro Studi Pier Paolo Pasolini, Cineteca di Bologna

VEDI A QUESTO LINK LA REGISTRAZIONE VIDEO di tutto l'incontro

giovedì 17 dicembre 2015

La rivista "Il setaccio"

IL SETACCIO 1942-1943

Tutti i numeri della rivista
Foto dal libretto universitario di Pasolini
La rivista »Il Setaccio», pubblicata a Bologna tra il novembre 1942 e il maggio 1943, fino a pochi anni fa non compariva nei principali cataloghi del Servizio Bibliotecario Nazionale, risultando in possesso solo di alcuni archivi pubblici e privati.
Pur essendo una rivista molto rara, era comunque ben nota agli studiosi, dato che Pier Paolo Pasolini, appena ventenne, ne era stato uno dei fondatori e tra i principali redattori.
La Biblioteca dell'Archiginnasio nel 2011 ha acquistato sul mercato antiquario cinque numeri della rivista: 1, 3, 4, 5 e 6/7. Una seconda copia del n. 4 è pervenuta in Biblioteca tramite il Fondo Luciano Anceschi. La riproduzione del n. 2, unico mancante nella raccolta dell'Archiginnasio, è stata possibile grazie alla gentile concessione dell'Archivio Pasolini della Cineteca di Bologna. In realtà, controllando i Registri di ingresso della Biblioteca è stato possibile verificare che tutti i numeri de «Il Setaccio» furono donati dalla redazione della rivista all'Archiginnasio, tra il dicembre del 1942 e il giugno del 1943 e regolarmente ingressati.
La scomparsa dei fascicoli, ma anche delle relative schede nel catalogo, potrebbe far supporre che persone in contatto diretto con gli uffici della Biblioteca abbiano voluto eliminare una pubblicazione contenente articoli di adesione al Fascismo che potevano creare imbarazzo nel dopoguerra. Ma si tratta solo di una ipotesi.
Nel 40° anniversario della morte di Pasolini, la Biblioteca dell'Archiginnasio mette finalmente a disposizione dei propri lettori la raccolta completa de «Il Setaccio», sino ad ora accessibile solo a pochi specialisti.

mercoledì 16 dicembre 2015

Teatro Pasolini - Pilade

Da Doppiozero.com

Teatro Pasolini
Il teatro di Pasolini è un fantasma o Pasolini si aggira come uno spettro per il teatro italiano? A vedere i due spettacoli prodotti, tra le tante iniziative, nell’ambito della rassegna bolognese Più moderno di ogni moderno. Pasolini a Bologna, entrambe queste affermazioni suonano vere e false allo stesso tempo. In modi diversi, Archivio Zeta e Andrea Adriatico con i Teatri di Vita hanno voluto dimostrare la disperata vitalità di questo autore anche nel teatro, un’arte da lui amata, ma non praticata con la stessa tenacia di altre.

martedì 15 dicembre 2015

La saggistica di Pasolini (Walter Siti)


La saggistica

Pier Paolo Pasolini
La saggistica Pier Paolo Pasolini secondo Walter Siti
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Walter Siti, in una conversazione raccolta dalla Redazione di Rai International in occasione delle prime uscite dell'opera omnia pasoliniana pubblicata nei "Meridiani" Mondadori, parla di alcuni aspetti
della produzione artistica di Pier Paolo Pasolini.
Qui di seguito riportiamo alcune citazioni
del pensiero di Siti, tratte da tale intervista
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Pasolini e la fede

Pasolini e la fede, con Alberto Melloni. 
Di Arnaldo Donnini

  Comunista, ateo, anarchico. Eppure religiosissimo. Una contraddizione apparente, in uno dei più complessi e trasgressivi intellettuali italiani: Pier Paolo Pasolini raccontato dal professor Alberto Melloni.
In primo piano le origini di Pasolini: la religiosità popolare che incontra il comunismo, il fascino esercitato dalla figura di Gesù di Nazareth che lo porta, nel 1963, a un lungo viaggio in Palestina e, poi, al film Il Vangelo secondo Matteo. Un interesse lo porta ad affrontare le tematiche religiose anche in altri film e a progettarne uno, rimasto solo sulla carta, dedicato a san Paolo.

I giudizi su di lui sono contrastanti: da una parte papa Giovanni XXIII benedice il Vangelo secondo Matteo, dall'altra Pasolini viene processato, e assolto, per vilipendio alla religione dopo il cortometraggio La ricotta. Ma a chi lo accusa di offendere la fede, Pasolini risponde che il vero nemico della religione è un altro: il consumismo. 
Anche se si rende conto che questa è una battaglia persa. Un pensiero che si accompagna a un presentimento: quello di essere una vittima predestinata. Quando, nel 1975, viene ucciso, c'è chi pensa che la sua morte sia solo l'’inevitabile conclusione di una vita “sbagliata”. Ma, per altri, è l'’omicidio premeditato di un intellettuale diventato troppo scomodo.


Intervista a Gideon Bachmann e Giordano Meacci; docufilm di Emanuela Audisio

Puntata di Pane quotidiano del 2 novembre 2015
Temi: scuola e corpo

Intervista a Gideon Bachmann autore di PPP polemica, politica e potere ChiareLettere
 e Giordano Meacci  Improvviso il novecento. Pasolini professore Minimum Fax

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-acdadfa5-d542-4eaa-bde2-f89dc748e123.html


Emanuela Audisio, docufilm Pasolini maestro corsaro

http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/pasolini-maestro-corsaro/216709/215893?ref=fbpr


Pasolini e Dante (da Le parole e le cose)





Pasolini e Dante. La “divina mimesis” e la politica della rappresentazione

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di Emanuela Patti
[Quest’anno si celebrano i 40 anni dalla morte di Pasolini e i 750 anni dalla nascita di Dante, 
due autori accomunati dall’interesse per il valore politico della lingua e della rappresentazione. 
A chiusura di questo periodo di anniversari pubblichiamo l’anticipazione di un libro di Emanuela
 Patti, Pasolini After Dante. The ‘Divine Mimesis’ and the Politics of Representation in uscita presso
 Legenda (Oxford).
 Le pagine che seguono riprendono, per frammenti e in traduzione, alcune delle questioni
 trattate nel volume]

lunedì 14 dicembre 2015

Anni di piombo, stragi, oscurità

DANIELA BROGI da Leparoleelecose.it 

«Mehr Licht! Mehr Licht!»

Negarlo è difficile: Buongiorno, notte, (Filmalbatros, 2003), di Marco Bellocchio, è una delle opere più belle del cinema italiano degli anni Zero. Il film è liberamente ispirato al memoriale dell’ex terrorista Anna Laura Braghetti Il prigioniero(Mondadori, 1988), e tanto per cominciare è la prova che si può rifare un ottimo lavoro anche a partire da un libro brutto e ridicolo. Com’è noto, Bellocchio rinarra la vicenda del sequestro Moro, ma uno degli aspetti più originali del film consiste nella scelta di condurre il racconto per lo più attraverso le molte rappresentazioni e teorie che nel corso degli anni sono state date sull’affaire Moro. Così, per esempio grazie ai filmati di repertorio, oppure usando la televisione sempre accesa nel covo di via Montalcini come presenza chiave della vicenda, Buongiorno, notte contiene «una rete complessa di allusioni ad altri film e persino a se stesso (l’elemento autoreferenziale di una sceneggiatura, intitolata proprio Buongiorno, notte, scritta da un personaggio del film) che dimostrano che non c’è un diretto accesso alla comprensione della storia, ma che tale comprensione viene costruita tramite la narrazione e la rappresentazione»[1].

Pasolini fotografato da Mario Dondero


Mario Dondero, grande fotografo, morto il 13 dicembre 2015 a 87 anni, ricorda così Pasolini: 
"Ho conosciuto molti registi, attori, scenografi, e sono nate amicizie durature. Quella con Pier Paolo Pasolini è stata una delle più importanti. Credo di averlo conosciuto a casa di Laura Betti, o forse me lo presentò Romano Costa, non ricordo esattamente. Era già uno scrittore famoso e un regista affermato.
Pier Paolo era una persona molto franca, chiaramente ispirata dalla passione civile, molto umana, un uomo davvero straordinario. Ricordo che era molto curioso nei confronti degli altri, delle vicende della vita altrui, e, al contrario di molti altri registi, non era mai altezzoso e distante.
Amava giocare a pallone, ne era un appassionato, per cui a volte mi è capitato di giocare a calcio con lui. Parlavamo di questioni serie, di politica, di guerre, di quello che succedeva in quegli anni nel mondo. Parlavamo anche di sport e di casi della vita, o semplicemente ci trovavamo a tavola, a casa della nostra comune amica Laura Betti.
Pasolini non era una persona che io ricordi di aver mai incontrato in uno dei caffè romani […], perché era completamente immerso nel lavoro, nelle tante attività di scritture o di regia che realizzava spesso anche contemporaneamente. Aveva un’incredibile capacità di lavoro. […]
Quando la televisione ha dato la notizia della sua morte violenta, io ero in Francia al Festival del Cinema dei Tre Continenti. Fu uno choc per me, un trauma. A Nantes la notizia destò una grande indignazione, perché Pasolini era molto amato anche in Francia.
Il ritratto che ho fatto a Pier Paolo assieme a sua madre, Susanna, è stato molto apprezzato nel tempo e pubblicato parecchie volte. La trovo una fotografia molto intima, che in parte riesce a trasmettere quello che era il fortissimo legame esistente fra loro.
(da libro- invervista Mario Dondero, a cura di Simona Guerra, Bruno Mondadori 2011)


lunedì 23 novembre 2015

martedì 10 novembre 2015

PIER PAOLO PASOLINI – MARXISANTS, SIMONE GERMINI

Scrivere con la consapevolezza di essere uomini, 
scrivere possedendo la coscienza di poter morire da un istante all’altro, questo è fare Letteratura.
All’interno della grandiosa produzione saggistico-letteraria di Pier Paolo Pasolini, troviamo un breve e prezioso saggio intitolato Marxisants, pubblicato nel 1959 sulla rivista Officina.
SI PUO' LEGGERE SUL SITO Free man in real world al link

martedì 3 novembre 2015

Rassegna stampa da Repubblica, fine ottobre 2015

2015-10-30
“Todo modo”,    l’ultima recensione di Pasolini
UMBERTO CANTONE
Qualche mese prima di finire massacrato all’Idroscalo di Ostia, giusto 40 anni fa, Pier Paolo Pasolini scrisse quella che era destinata a diventare l’ultima delle sue recensioni letterarie, e la dedicò a Todo modo , il libro allora più recente dell’amico “ fraterno e lontano” Leonardo Sciascia. In quello scritto, apparso sulle colonne del settimanale “Tempo” il 24 gennaio 1975 e poi raccolto con altri nell’ormai introvabile volume Descrizioni di descrizioni edito da Einaudi, Pasolini annunciò di voler interrompere momentaneamente la rubrica insieme al proprio impegno di critico militante (la “faticosa” analisi di tre libri a settimana per tre anni di fila), e questo a causa del film «terribilmente avventuroso e sgradevole» che si accingeva a girare, una versione delle 120 giornate di Sodoma ambientata nell’Italia del 1944, il suo testamentario Salò/Sade .